lunedì 24 febbraio 2014

Con gli occhi di un bambino...


....Ti chiedi come sarebbe potuta andare....


E lo sai con assoluta certezza che poteva essere diverso. Ci pensi. E c’hai sto senso di colpa che ti lacera, che ti fa sentire un cane.Ci provi a far qualcosa per sopire "'sto malessere" ,per buttare giù "‘sta" lastra di marmo che c’hai nello stomaco...
ma non funziona.
Non funziona perché negli occhi di chi è rimasto, lo vedi ancora . 
Lui è negli occhi di lei, di lei che ha solo 9 anni e che tu hai sempre conosciuto poco .
Che hai sempre voluto conoscere poco , un po’ per rabbia, un po’ paura , un po’ per difesa.
Un pò , anche perchè sei una stronza. 
Però lei ti racconta . Con l’ingenuità della sua età .
Del tutto inconsapevole che ogni sua parola per te è un cazzotto alla bocca dello stomaco.
Lei che "c’ha gli occhi suoi" e parlandoci scopri che ha pure certe sue fragilità.
Ed è proprio lei , che  in un pomeriggio di sole , tra un calcio al pallone e una corsa con i cani , ti racconta del “Suo babbo” e , per la prima volta , riesce a farti uscire da 
"Quel corridoio dove ormai abiti in pianta stabile da più di un mese."
Lei ti fa vedere le cose del suo babbo . Tutte quelle che per lei hanno importanza. 
Tutte. Pure le scarpe da lavoro. Pure le 500 lire per prendere il carrello della coop.
Lei ti mostra foto che non hai mai visto , che te , nella testa  , di immagine te ne sei creata un‘altra.E quando vuoi ricordare, guardi quella.
Lei invece ne ha altre di immagini. Immagini diverse dalla tua. 
Le guardi , è faticoso ma lei vuole fartele vedere.
Lei invece l’immagine che tu hai stampata nel cervello non la può vedere.
Le mostri quella che hai nell’Iphone, sembra contenta che anche tu abbia una foto del suo babbo sempre con te. Ma lui non è solo nell'iphone , è qui, in mezzo al petto e non se ne va.
Giocare con lei non è facile, in 8 anni l’hai sempre considerata poco e ti senti un cane.
Anche perché lei fa domande scomode. Domande che non ti aspetti da una bambina.  
E le risposte son difficili da dare , ma gliele devi.
E quindi ci provi a spiegarle e chissà, forse ce la fai pure.
Provi a rimediare . 
Vuoi disperatamente rimediare che è l’unica cosa che puoi fare a questo punto.
Lo fai per lei, e lo fai pure un bel po’ per lui.
Fa male non poter condividere questo pensiero con lui che non c’è più.
E fa male  sopratutto perché lo sai che  glielo potevi pure dire quando ancora c’era.
Invece hai sprecato tutte le tue energie ad alimentare la rabbia. 
Ma sei fatta così e ti devi "perdonare".
Lo devi fare per forza.
Ti rivedi pure un pò in lei, rivedi te trent'anni prima a giocare in quella stessa "aia", 
in quella grande casa di campagna che da sempre custodisce silenziosamente i tuoi ricordi. 


E alla fine la giornata passa in un baleno. Tra risate, calci al pallone ,balletti stupidi e maschere di carnevale  improvvisate . 
Saluti tutti e ti avvii verso casa ,
lei ti guarda e ti dice : “ Sabato prossimo torni? “ .
E tu rispondi solamente di “Si”.

Rispondi di Si perchè oggi, finalmente sei riuscita a guardare oltre.
Oggi l'hai vista. 
Per la prima volta , dopo 9 anni , l'hai vista davvero. 
Spero solo che lui ,ovunque sia ti perdoni per non averla mai guardata prima  con gli occhi con cui l'hai guardata ieri.
Gli occhi si merita. 

S.




giovedì 20 febbraio 2014

L'odore dei ricordi....



Avevo una cartella enorme e tanta paura.
La cartella l’avevo scelta io , era rosa.
Tanto per cambiare.
Chissà , se cerco in garage ci sta pure che la ritrovi.  
Peccato non poter ritrovare l’innocenza di quei giorni. 
Mi piacerebbe un sacco anche ritrovare il mio panierino dell'asilo. 
Era blu a quadrettini bianchi. 
Ero femmina,  chissà perchè mi avevan comprato il panierino Blu
Dev'esser per questo che poi, cartella l'ho scelta rosa.  
Per vendetta. 

Avevo i capelli lunghi , lisci e castani come adesso.
La faccia tonda , le guance arrossate per la timidezza e un po’ di paura.
Indossavo una gonna di san gallo bianca e di jeans , che a quei tempi andavano di moda.
Ve le ricordate?
La parte alta era fatta da un vecchio paio di Jeans 
e la parte bassa era di solito bianca di San gallo .
Mi piaceva tanto quella gonna.
Sopra avevo una normale maglia bianca e ai piedi le superga blu.
Che un pò malate delle griffe io son sempre stata...
Parevo una bambina “ a modo” .
Del resto era il mio primo giorno alla scuola media.
Partivo avvantaggiata.
Delle mie tre storiche amiche di “palazzo” ben due erano nella mia stessa classe.
A 11 anni era una gran fortuna avere già due amiche in classe. 
Non devi subire l'incubo della scelta del posto , non ti fai per giorni l'orrenda domanda :
" Oddio chi mi si metterà nel banco accando a me?" 

Appena rientrata da scuola  mio babbo mi scattò una foto.
Ho la faccia serena. 
E un pò grassa. 
Ero sempre contenta  di tornare a casa.

A casa mia .
Il giorno in cui mi piaceva di più tornare era il sabato.
Il sabato uscivo da scuola alle 13:00 e tornavo a casa per pranzo.
Io ero di quelle bambine che faceva il tempo pieno e quindi, fino alle 16:30 dal lunedì al venerdì facevo l'orario "lungo" , e all’uscita c’era la mia nonna a prendermi .

Andavo a casa sua fino alle 18:00 , orario in cui mi veniva a riprendere mia mamma , 
dopo il lavoro. 
Entravo in casa alle 17:00 , mi buttavo sul divano "dopata" da Bim Bum Bam mentre mia nonna mi ingozzava con pane burro e zucchero.
La mia cellulite la ringrazia ogni giorno per queste sue attenzioni.  
Il sabato invece no.
Il sabato uscivo alle una a scuola!
Il sabato mangiavo a casa mia con il "mI babbo e la mi mamma" .
Tornavo in casa e trovavo un odore di pulito incredibile.
Un misto tra la cera “Elle” e il “pronto per il legno”. 
Quello per me è e sarà sempre l’odore del sabato a casa mia.
Uno degli odori della mia infanzia.
Non sono mai riuscita ad avere lo stesso odore di pulito a casa mia .
Eppure compro lo stesso "Pronto Legno" e stessa "cera Elle"
ma adesso mi pare profumino di meno. 
Del resto ricreare l’odore di un ricordo non è cosa facile. 


Dopo pranzo mia mamma aveva l'assurda pretesa che io spolverassi la mia camera.
Lo detestavo.
Spolverare soprattutto.
Era una cosa di una noia mortale per me.
Che lo swiffer non esisteva mica … 
ci voleva il cencino che invece di catturarla la polvere , l’alzava.
E lo è ancora di una noia mortale. 
Spolverare dico...
Per questo nella mia casa non ho soprammobili inutili poggiati nelle mensole.
Mi ricordo che quando avevo finito di pulire  , ero soddisfatta di vedere la mia camera tutta profumata e ordinata.
Un po’ come quando ficchi una maglia a casaccio in un cassetto ordinato.
Quello è l’inizio della fine. 
THE POINT OF NO RETURN. 
Perché poi di maglia ce ne ficchi un'altra, e un'altra e un altra ancora.
Fino a che nel cassetto trovi un groviglio di maglie indecente e , 
un po’ sopporti ma poi improvvisamente ,come in preda ad un raptus metti tutto a posto.
Alla fine sei pure soddisfatta di aver risistemato tutto.
Un po’ come se quel cassetto ordinato avesse fatto un po’ di chiarezza anche dentro di te.

Peccato che per  tornare nel caos basta un attimo.
Anzi , basta una maglietta.  
Se tutti i cassetti che ho sistemato mi avessero fatto chiarezza.... 
Ora sarei la persona più equilibrata del mondo..
E invece sguazzo allegramente nel caos ( E NELLE MAGLIETTE) da 38  anni. 

Di cosa volevo parlare in questo post? 
In realtà di tutt'altro. 

Ma è uscito così, è uscito all'improvviso dal cassetto.
Mi faceva troppa fatica ripiegarlo e metterlo a posto.
Quindi lo lascio qui per voi....
Quando ho tempo, 
magari lo metto lo ripiego e lo metto a posto..... 

 
 



Sempre vostra, 
con una cartella enorme ROSA. 

S


venerdì 14 febbraio 2014

AMO

Certe serate capitano sempre un pò per caso , e quando ti ci trovi dentro, 
ti senti davvero a casa. 

Che sei Fiorentina di nascita e quindi Firenze la dovresti aver vista mille volte, ma alla fine , non è mica vero..... 
Che ci capiti spesso in centro ma troppo spesso sei così impegnata a dirigerti "verso la destinazione finale"  che certe cose non le vedi affatto ....
Poi capitano serate come ieri in cui invece passeggi per il piacere di passeggiare per la :
" Tù Firenze"
E ogni volta resti sorpresa. 

Resti sorpresa perchè da tipica Fiorentina , la tua città " tettù l'ami proprio". 

Ami pure  i Sampietrini sbeccati , anche se camminarci con i tacchi è sempre un avventura.
Ami le stradine nascoste , Ami camminare per queste stradine , alzare lo sguardo e vedere l'imponenza del Duomo che un pò sfacciato fa capolino dai  tetti. 


Certo, ti scoccia un pò vedere tutti quei negozietti sempre aperti, un pò squallidi , che vendono "la qualunque". 
Ti scoccia vedere che quelli che vendono il lampredotto si contano sulle dita di una mano ,  ma in compenso è pieno di kebabbari o di pizzaioli pakistani. 
Per carità ben venga il multietnico , 
ma se si mantenessero pure le tradizioni non saperebbe male no? 
Non hai voglia di polemizzare .... hai voglia di gironzolare e quindi gironzoli. 
Da Sant'ambrogio a Piazza dei Ciompi, 
da Piazza dei Ciompi all'arco di San Pierino e via verso il Duomo passando da Via dello Studio. 
Passi davanti allo Zecchi e ti ricordi con aria nostalgica quando compravi le polveri per l'affresco , i pennelli e le tele. 
Sorridi pensando ai bei tempi. 
Passeggi per piazza del Duomo , noti che Raspini , all'angolo di Via Roma non c'è più. 
Adesso c'è Prada. 
Non che tu fossi un affezionata cliente di Raspini chiaro,
ma ti scoccia che non ci sia più.
Così come sei oltremodo irritata di vedere l'Hard Rock Caffè in piazza della Repubblica al posto del Gambrinus. 

Rifletti su come siano tristi i cinema multisala, tanto di moda adesso, e quanto invece erano romantici e carichi di fascino i vecchi cinema Fiorentini. 

Pensi che era bello tanti anni fa guardarsi una prima visione in centro, arrivare presto per prendere dei posti decenti , uscire a fumarsi una sigaretta nell'intervallo . 

Immagine presa da questo sito: www.teladoiofirenze.it
Stare "scomodamente" seduti sulle logore poltroncine in velluto rosse bordeaux. 
Ti irrita ancor di più vedere li a fianco la libreria Edison chiusa, ma del resto , 
siamo un paese senza cultura...chiaro che i soldi per comprare un Hamburger di dubbia provenienza all'Hard Rock si trovano da spendere, i soldi per comprare un  libro  invece non ci sono...e quindi si chiude una libreria . 
Quando nelle città si chiudono le librerie qualcosa davvero non funziona .

Continui a camminare, 
guardi il Duomo e ricordi la prima volta che sei salita lassù con tuo babbo. 
Ricordi i mille scalini e il fiatone. 
Ti ricordi pure com'eri vestita. Avevi dieci anni . 
Ecco. Ne son passati 28 e da quella volta non ci sei più salita lassù. 
Lo metti nella lista delle cose da rifare assolutamente in questo 2014.

Decidi che forse è ora di tornare verso la macchina ,
giri per passare dal San Lorenzo. 
Osservi la chiesa che senza i banchi del mercato adesso sembra davvero respirare.
Ma il mercato di San Lorenzo te lo ricordi con gioia. 
Gli anni dell'accademia , in quelle stradine ti ci sei finita i piedi a forza di cercare magliette  un pò hippies o vecchie giacche di pelle anni 70. 
Giri per via Cavour e ti dirigi verso San Marco. 
L'immagine di te, seduta sull'autobus , sull'1B che vai verso la scuola ti rimbalza nella mente in modo prepotente. 
Ti fa quasi male ricordare quegli anni. 
Ti fa sempre male ricordare quegli anni.
Davanti all'accademia , alla tua accademia ti manca quasi il fiato. 

Un pò perchè quelle sbarre tipo prigione , davvero non si possono guardare...

Un pò perchè ripensare a quante volte hai varcato quella porta ti fa chiudere lo stomaco dalla nostalgia. 

 


... e inizia pure a piovere. 
Che tanto è piovuto poco negli ultimi giorni. 
Ti maledeci per esserti messa gli stivali con i tacchi e un giubbotto che con la pioggia si rovina. 
E' proprio l'ora di "fare come i Baglioni!" .
E quindi ti dirigi verso la macchina dopo aver fatto questo bel "giro turistico" nella tua città.

Costeggi l'ospedale degli Innocenti , 
ti volti. 
Guardi la tua Firenze e constati che nonstante tutte le critiche che mentalmente le hai fatto fino ad ora...
L'AMI. 



E non c'è nulla da fare... 


Sempre vostra, 
e sempre più innamorata di Lei..... 

 S.

lunedì 10 febbraio 2014

E poi scende....



Che poi arriva il venerdì sera e tu vorresti solo stare sul divano.
Divano, vestaglia di pile , bicchiere di vino e comfort food.
E Sigarette ovviamente.
Vorresti stare li, lamentarti e restare nel tuo bozzolo informe tipo baco e invece…
Invece hai una serata fissata da tempo.
Una serata alla quale non puoi mancare … 
un po’ perché è il compleanno di una tua amica e ai compleanni non si può mancare.
Un po’ perché al concerto al quale devi andare suona il ragazzo di un'altra tua amica ,
e pare ancor più brutto mancare senza un motivo valido. 
Che l'hai cercata tutto il pomeriggio una scusa per non andare , ma non l'hai trovata. 
E quindi … anche se preferiresti prendere una sprangata nella schiena ti fai coraggio.
Indossi la maschera della ragazza allegra , 
anche se mentre esci di casa ti accorgi di esserti vestita interamente di nero nemmeno tu andassi ad un funerale …. 
E vai.
Piove a dirotto. 
Ottimo. 
Per fortuna che andare in pieno centro con la pioggia è sempre un piacere.
Poi si esce più volentieri quando diluvia e si rischia di affogare nelle pozzanghere. 
Fanculo vai. 
Arrivi davanti al teatro con le tue amiche.
Sorridi forzatamente. Fumi.Ovviamente.
Tiri fuori quella cazzo di ironia forzata, quell’ironia che da sempre nasconde i tuoi malesseri. 
Del resto se dell’ironia ne hai fatto una scuola di vita ci sarà un motivo.
Dentro di te pensi che ti stai pure un po’ antipatica con quelle battute una dietro l’altra. 
... vista da fuori sembri proprio una single acida e scassa cazzo.
In realtà non sei ne l’una nell’altra.
C’hai solo serata no. 
 
OVVIA....Ci siamo...
 
Entri al teatro .
Inizia il concerto.
Musica, battute, chiacchiere... 
Ti sorprendi perchè accade qualcosa di inaspettato.
Piano piano quel cazzo di sorriso forzato , diventa vero.
Ti accorgi che non ti stai forzando di ridere. 
Semplicemente RIDI.
A tratti piangi pure ma vabbè…. 
Del resto ci son pure quelle canzoni di merda , 
quelle che mai avresti pensato ti avrebbero fatto piangere ma invece…
Che si sa, la nostalgia arriva nei momenti più inaspettati, 
sveglia ricordi che manco sapevi di avere...
quelle immagini che credevi dimenticate in chissà quale angolo della memoria e invece.
Tornan fuori in modo subdoli ‘sti stronzi dei ricordi.. 
svegliati peraltro da una canzone insospettabile.
Fortuna che dura poco.
La canzone successiva ti fa ballare, ti fa ridere , ti fa divertire di nuovo . 
Ti riporta ai tuoi vent'anni. 
Balli come a vent'anni. 
Però c'hai meno fiato mannaggia. 
E la serata prosegue.
Dentro il teatro e fuori a concerto finito.
E ti ritrovi con tutti i tuoi amici a bere in un locale dove il tasso di umidità è pari a quello dell’Amazzonia.
Ma il Margarita , trangugiato a stomaco quasi vuoto , ti rende piacevolmente indifferente al caldo torrido del locale.


Immagine presa da qui www.betterrecipes.com

Con un pò di fortuna puoi prendere una bella bronchite , 
che ci sono dei bacilli grossi come torroni. 
Una bevuta, una risata, una sigaretta , un ‘altra bevuta, un’altra risata, un ‘altra sigaretta…. Come un loop.
E alla fine si fa l’ora di andare verso casa.
Che c’hai quasi 40 ani e alle tre c’hai sonno …. 
 
Rientri in casa.
Non hai voce.
Hai la gola irritata dalle ottomila sigarette fumate e un leggero senso di nausea. 
Ringrazi il margarita e le pringles per la nausea.  
Ma , tutto considerato sei contenta.
Hai passato una bella serata e hai buttato giù un po’ di quel mostro che da 15 giorni ti porti nello stomaco.
Quella specie di lastra di marmo che non va ne su ne giù.
Ecco , stasera è un po’ sceso.
Domattina torna , già lo sai , ma intanto adesso è sceso.
Ed è già qualcosa. 



S.  

 

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