martedì 8 novembre 2011

La 500 gialla

Appuntamento con il Writing Tuesday   di  Silbietta di INTERNO 105.

 - Astruso -



Michele la faceva sempre perdere la Ferrari rossa ,la 500 gialla invece vinceva.
La 500 gialla era quella della sua mamma.
La Ferrari rossa invece era quella del "Signore"che veniva a trovare più spesso degli altri la sua mamma.
Quel pomeriggio se ne stava seduto come al solito sullo scalino di marmo ad aspettare.
I bravi bambini aspettano con pazienza.
La mamma glielo aveva spiegato che quando lei lavorava lui doveva aspettare fuori.
E lui era un bravo bambino .
Era paziente .
Aspettava.


Non capiva bene cosa succedeva in casa mentre lui aspettava, non capiva il rapporto tra la mamma e quelle persone.
Quando li vedeva uscire sapeva che poteva tornare in casa. 
E questo gli bastava.
Lui stava bene in casa sua con la sua mamma.
Era bella la sua mamma.
Era elegante, sempre con il rossetto rosso le calze nere lucide e i capelli lunghi.

La mamma della sua amica Alice invece era diversa.
Era sempre con indosso i jeans ,la felpa di pile e le Adidas uguali alle sue.
A volte dopo la scuola andava a giocare a casa di Alice.
Lei invece a casa sua non veniva mai.
Non sapeva perché.
A casa di Alice giocavano sempre nella camera di lei e mangiavano pane e Nutella per merenda. 
Non dovevano mai aspettare per le scale perché la mamma di Alice non lavorava, e invece la sua mamma si, e questo lui lo capiva. 
Era un bravo bambino lui, e sapeva aspettare.

A volte i signori che venivano a trovare la sua mamma gli portavano anche dei regali.
il “Signore” gli aveva portato la macchinina della Ferrari rossa e le figurine dei calciatori della Fiorentina.
Aveva quasi finito l’album , gli mancava solo la numero 149.
Il “Signore” gli aveva promesso che gliela portava lui ma non l’aveva fatto mai.
Nemmeno quel pomeriggio.
Per questo nella gara delle macchinine la Ferrari rossa perdeva.
Perdeva perché il padrone della Ferrari era un bugiardo, perché la figurina di Batistuta , la 149 , non gliel’aveva portata mai.
Anche se lui aveva aspettato tanto .

Anche per questo l’aveva fatto.

Mentre la Ferrari rossa diventava gialla di fuoco la osservava e aspettava di vedere uscire il ”Signore” .


Ma il "Signore" non era uscito più dalla Ferrari rossa.

La mamma era corsa in cortile , arruffata , mezza nuda,  urlava contro di lui, chiedendo con le lacrime il perché di quel gesto.

Non capiva. 
Lui aveva fatto quello che riteneva giusto.
Aveva aspettato .
Aveva aspetto il momento giusto.

Qualcuno in seguito avrebbe parlato di conflitti, di astrusi rapporti tra madre e figlio, tutte cose che lui non avrebbe mai davvero capito.

Ma intanto, chiuso in quella camera circondato da dottori e dalla sua mamma tutta per se era felice, 
doveva fare solo quella che  sapeva fare meglio.

ASPETTARE.




4 commenti:

  1. Che bello, davverodavvero complimenti!

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  2. wow
    :)
    Astruso era complicato e come tutte le parole complicate portano grande ispirazione. Spero di arrivare con il mio racconto entro sera.
    ciao
    Antonella

    RispondiElimina
  3. Grazie!!!! Effettivamete "ASTRUSO" non era facile... (e forse ce l'ho infilato un "pò a forza" nella storia spero mi perdoniate!!!) :-)

    RispondiElimina

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