Appuntamento con il Writing Tuesday di Silbietta di INTERNO 105.
COSCIENZA
COSCIENZA
Le parole di lei rimbombavano nella sua testa...
come un mantra.
Era sempre stato follemente innamorato di lei e le aveva sempre permesso di fare e disfare tutto a suo piacimento.
L'amava e il benessere di lei era diventata la sua quasi unica ragione di vita.
Mentre percorreva la strada però non si sentiva affatto bene.
Qualcosa lo stava logorando dentro.
Sentiva il respiro della sua fedele compagna accanto a lui. Compagna da molti anni.
Non era bella a dire il vero. Sempre un po’ spelacchiata e con quella coda mozzata .
No era decisamente bruttina ma aveva gli occhi grandi e buoni.
E lui di quegli occhi si era innamorato dieci anni prima.
Molto prima di innamorarsi di lei .
L'altra lei della sua vita.
Quella che decideva cosa era meglio.
Quella che aveva il lavoro importante e che lo manteneva da quando lui aveva perso il lavoro.
Quella donna forte, bella e di classe.
Quella che credeva impossibile alle volte potesse davvero volerlo ancora.
Lui : così fuori luogo alle cene eleganti, così a disagio con i suoi libri e le sue teorie mentre lei ….
Lei : con il sorriso di circostanza,la battuta pronta e la flute di champagne.
Lei che ERA STATA CHIARA.
Si sarebbero dovuti trasferire.
La carriera di lei aveva finalmente avuto il "grande salto" e dovevano andare a vivere in quella grande città che lei bramava con tutte le forze da anni e che lui odiava con una forza analoga.
In quell'appartamento ultramoderno che lei desiderava ardentemente dove purtroppo lei ,
l'altra sua compagna non era bene accetta.
Non c'era niente da fare.
Doveva liberarsene. .
“NON POSSIAMO PORTARCELA DIETRO, IMMAGINO CHE CAPIRAI!
Per favore, siamo seri, siamo adulti, non facciamoci venire inutili crisi di coscienza! “
Aveva urlato la sera prima.
Lui aveva tentato di ribattere con le sue deboli motivazioni ma lei non aveva voluto sentire ragioni.
E adesso era lì, percorreva l'autostrada cercando un punto dove lasciarla.
Un punto vicino a qualche casa dove magari qualcuno l'avrebbe accolta negli ultimi anni della sua vita.
L’autostrada scorreva veloce, aveva già percorso almeno 150 KM e nessun posto gli pareva adatto
Poi finalmente decise.
Senti il guaito di un altro cane nella fattoria alla sua destra.
Accosto e intravide in lontananza un cane simile alla sua "Ombra", che ombra era stata di nome e di fatto per tanti anni, la sua ombra, seguendo ogni suo piccolo movimento senza mai giudicarlo ma standogli sempe vicino.
La decisione era presa.
E LO FECE.
Tornò a casa a notte inoltrata, e lei lo accolse con la furia negli occhi.
"Te ne sei liberato"?
Chiese.
Lui la guardò, sorrise e rispose :
"Si , me sto liberando.
Quella è la porta.
Fai buon viaggio e divertiti nella grande città"
Mentre pronunciava queste parole Ombra passò accanto a lei , scodinzolò con la sua coda mozzata e si accomodò sul divano immacolato in pelle bianca.
Lei sbatté la porta e se ne andò per sempre dalle loro vite.
Non era stata una crisi di coscienza la sua.
La coscienza grazie a Dio lui l’aveva.
E aveva anche l’amore.
Sapeva amare e sapeva essere amato.
Cosa che lei nella grande città non avrebbe avuto mai.
Sorrise al suo brutto cane, si versò un bicchiere di vino e
FINALMENTE DOPO 3 ANNI si rilassò.
S.
stupendissimo <3<3<3
RispondiEliminaBellissimo, e lo condivido pienamente!!
RispondiEliminaNon ci conosciamo....ogni tanto passo di qui e ti leggo...mi piace come scrivi e questo penso sia uno dei tuoi migliori pezzi. Complimenti. Monica
RispondiEliminaCaio Monica , grazie della visita e benvenuta! Sono felice ti sia piaciuto!
EliminaTorna quando vuoi!
Menomale....a metà racconto ho avuto davvero paura per Ombra....
RispondiEliminaBella bella l'immagine finale! con il "finalmente dopo 3 anni" si rilassò....
;-)