venerdì 17 aprile 2015

Il Papillon Arancione...



Eravamo 7 ieri sera .
Potevamo essere molte di più ma è stato bello comunque.
Quello che ci ha unito è l’esser "Nate"
professionalmente beninteso ,  
all’ipercoop della “LASTRA”.

Per una strana serie di coincidenze eravamo capitate in quel marasma che era l’iper di Lastra.

Correva l’anno 1997
l’apertura del nuovo colosso fiorentino marchiato “IPERCOOP” .
Sembra passato un secolo eppure i ricordi che ho di loro e di quegli anni sono nitidi.
Probabilmente perchè loro , 
son le  persone con le quali ho condiviso i primi frammenti di vita lavorativa.

Certo, è indubbio, eravamo diverse così come diverse siamo rimaste. 
 
E' normale che fosse così, non ci eravamo scelte , 
eravamo capitate nella stesso Iper e abbiam condiviso quei primi anni di caos.

Se mi volto ho davanti gli occhi come eravamo , i nostri punti di forza, quelli di debolezza , i piccoli grandi conflitti ma anche le risate di quegli anni.  


Le nostre differenze , 
le nostre scelte , 
quelle della cooperativa con il tempo ci han fatto perdere di vista, 
perdere certo ma non dimenticare. 
O perlomeno, io non ho mai dimenticato quei primi anni.
Non ho mai dimenticato come eravamo.

Come avrei potuto?



Con loro ho iniziato a lavorare ,
ho vissuto la prima apertura della mia vita,
ho riso per gli aneddoti dei clienti e a volte ho pianto per la stanchezza e per lo stress.
Ma era uno stress diverso da quello di adesso. 
Era uno stress "allegramente inconsapevole"...

Queste persone e quegli anni son legati ad una parte di vita fatta di scoperte e di prime volte . 
Quella parte di vita innocente, la parte buona della vita lavorativa. 


Loro son testimoni , spero silenziosi , 
di una divisa raccapricciante ,
con quella gonna di una bruttezza rara e di lunghezza "variabile".

Loro mi hanno visto con indosso un papillon arancione che tento in ogni modo di dimenticare ma non ce la faccio…

del resto non si può uscire vive da un papillon o da una cravatta arancione…  



Chiaro, la vita frenetica e le polemiche intorno al nostro lavoro ci han fatto cambiare ma mi piace pensare che infondo, non lo siamo poi più di tanto… 
Siam sempre le solite coglione.


La serata di ieri sera me ne ha dato la prova.
serata di vino gossip e vecchi ricordi. ( peccato non aver preso appunti che adesso non mi ricordo nemmeno una ciana!!!) 

Serata di risate da mal di pancia  e di buoni propositi ... 

" O ma rivediamoci!

La prossima volta vediamoci a colazione 
così si chiacchiera tutto il girono!!! 

Non facciamo passare vent'anni ...." 



Che poi lo sai tu e lo sanno pure loro mentre ti saluti che in realtà ,
ne passerà di tempo per rivedersi  tutte di nuovo.

E allora mentre ti saluti,
e pensi a cosa scrivere su questa serata ,
avverti una strana fitta di malinconia.

Ma non ci pensi.

Non ci vuoi pensare.
Sali le scale di casa, scuoti la testa come a scacciare un po’ di malinconia,
ti accendi l'ultima sigaretta in terrazza mentre rispondi a qualche messaggio sulla serata .   

Pensi.  
Un po’ al passato e pò al futuro.
In un attimo la serata è finita e la sigaretta anche.    
Pensi a quando la fumavi di nascosto nel bagno della galleria . 


In una sorta di rievocazione giovanile la lanci dalla terrazza con una "schicchera"   come facevi ai vecchi tempi...

E per un attimo , 
ti pare di avere ancora vent'anni...
Ma sopratutto...
 ti pare di avere ancora il papillon arancione…


 S.

mercoledì 15 aprile 2015

Nel magico mondo dei supermercati...Su carta!

Vi ricordate la storia a puntate dello scorso anno in cui vi parlavo delle mie esperienze di vita nei supermercati?


E' con immensa gioia che vi annuncio che ,
tali storie hanno preso vita anche in versione cartacea nel mensile di comunicazione interna della Coop... 
cooperativa dove da 18 anni presto il mio "Onorato servizio"...

Di sotto la foto del primo numero!



Per chi si fosse perso la storia a suo tempo , 
eccola qua sotto

Salve a tutti miei adorati, 
è con immensa
gioia che da oggi diamo il via a questo nuovo
racconto semiserio a puntate in cui vi parlerò…
DI PUNTI VENDITA!
Lavorando come voi nel settore, da quasi
vent’anni, ho moltissimo materiale a supporto.
Come ben sapete, nel nostro campo, le storie
da raccontare non mancano mai! 
PARTIAMO?
 
Episodio 1
Dimmi a che ora vai, e ti dirò chi sei
 
Vorrei affrontare l’argomento in MODO
SCIENTIFICO procedendo per PUNTI, come
immaginate l’argomento è estremamente serio
e quindi è bene avere un approccio razionale:
sparso e ben confuso.
Orario in cui si fa la spesa.
Sembra un argomento che si concretizza in
due righe, ma vi sbagliate cari miei, eccome
se vi sbagliate! Provate ad andare davanti al
supermercato una mezz’ora prima dell’apertura
e resterete stupiti. Loro ci sono sempre. Sono
gli irriducibili.
I NONNINI E LE NONNINE.

 
Quelli stessi nonnini che vi trovate sempre
davanti in coda alle poste all’alba, o a farsi le
analisi del sangue o in banca o dal medico.Ecco
loro son pronti, in griglia di partenza già una
ventina di minuti prima che il punto vendita apra.
Le ruote del carrello oliate, il motore che romba,
lo sguardo assassino e la grinta dei dodicenni
mentre giocano alla Play Station. Appena il
negozio apre, loro partono e non c’è doloretto
o artrite che tenga! Sfrecciano all’interno del
supermercato e si accaparrano nell’ordine:
• mezzo kg di pane caldo
• 1 etto di prosciutto “magrissimo” per il
nipote
• la fettina “sceltissima”
• la schiacciatina calda (sempre per il nipote).
Mi son sempre chiesta una cosa: “PERCHÉ?”,
Perché vengono a fare a far la spesa alle prime
luci dell’alba, essendo adorabili NONNINI hanno
tutta la giornata libera e quindi perché all’alba?
Poi ho osservato con attenzione mio nonno e
ho capito. Mio nonno alla veneranda età di 86
anni  ogni giorno, “ce n’ha da fare dumila”.
Tipo andare a fare la coda in banca all’alba
per prendere i soldi, andare alle poste, sempre
all’alba, per pagare qualche bolletta (“Rid in
banca? Quale Rid? E icchèllè???”)
,andare dal
dottore in orario ambulatorio e farsi prescrivere
qualche farmaco, andare a zappare l’orto che
si sa, l’orto si zappa presto che poi è caldo ( si,
pure a Dicembre è caldo la mattina! ), andare a
farsi le analisi del sangue all’alba che altrimenti
trova la coda.
Insomma gli anziani fan tutto la mattina
all’alba. Il pomeriggio si riposano e alle nove
vanno a dormire perché alle 5 si devono alzare
per andare a comprare il pane CALDO alle otto,
per poi mangiarlo FREDDO all’ora di pranzo.
Sono unici e io li ADORO per questo.
Un'altra divertente categoria son le pensionate.
Mia mamma ne è un esempio SPLENDIDO.
Lei ha lavorato per una vita fi no alle sei la sera.
Faceva come me. Usciva da lavoro, si fermava a
fare la spesa una/due volte a settimana, tornava
a casa e preparava la cena. Una di quelle donne
normali che, lavorando erano COSTRETTE ad
andare a fare la spesa la sera, perché il sabato
trovano troppa confusione e non vogliono
“fottersi” il giorno libero.
La pensione l’ha cambiata. In peggio
ovviamente.
Adesso, che potrebbe fare la spesa in giorni e
orari non sospetti e non caotici tipo che so,
il mercoledì alle 11:00, lei, folle per natura, va a
fare la spesa il venerdì pomeriggio intorno
alle 16.30 e, non contenta, si porta dietro mia
nonna che solo per scegliere una fettina di
carne impiega un tempo variabile che va dai 7
ai 25 minuti.
“No quella è grassa”
“Quella è troppa io e il tu babbo siamo due,
che ce ne facciamo di tutta quella carne ?”
(congelatore Nonna, si chiama congelatore, la
carne può essere congelata.)
“No, quella si vede che è vecchia! Te un sei
bona! Fatti da parte e lasciami scegliere con
calma!

Andando il venerdì pomeriggio alle 16:30 mia
mamma abbraccia così queste grandi categorie
umane:
Quelli che sono andati a far la spesa nel primo
pomeriggio e ancora non hanno fi nito. Quelli
che arrivano alle 17:00/17:30 perché appena
usciti da lavoro. Quelli che fanno la mega spesa
del fi ne settimana perché il sabato hanno 1000
ospiti a cena. Quelli che passano a comprare
una bottiglia di vino o un dolce perché vanno a
cena da qualcuno.
Ha pure il coraggio di lamentarsi perché
trova casino.
È un caso da studiare. Attenzione perché la frutta
la compra al mercato, il pane dal gastronomo di
fi ducia e gli affettati ad un altro banco al mercato.
Spesso si reca al supermercato anche il sabato
in tarda mattinata e a volte pure la domenica.
Lei e la grande distribuzione hanno un rapporto
davvero stretto. La Coop a mia mamma, deve
molto.
Un'altra categoria non trascurabile sono quelli
dell’ultimo minuto. Quei piccoli delinquenti
che entrano nel supermercato alle 20:52 con
il carrello vuoto. Sanno che il negozio chiude
alle nove ma loro fi ngono di non essersi
accorti dell’orario. Entrano lo stesso, a velocità
sperimentate solo dalla Nasa e urlano a chi fa
loro notare che il negozio sta per chiudere:
“Tanto devo prendere solo due cose”
“ Ah si??? E se devi prendere solo due cose per
quale maledetto motivo hai preso sette carrelli e
due cestini???"
Sono quelle persone che io, quando ancora
lavoravo nei punti vendita “detestavo cordialmente”.
Per farvi capire il tipo di sentimento che
provavo per loro uso un paragone. Provavo per
loro lo stesso sentimento che provavo nei confronti
del mio prof. di matematica al liceo. Io a
matematica avevo 3.
Mi innervosiscono ancora, sia chiaro… Sono
quelle adorabili canaglie che, alle 21:05 di sera,
quando li avvicini facendo loro presente con la
massima gentilezza:
“ Scusi signora, siamo chiusi,
potrebbe gentilmente avviarsi alla cassa?”
Rispondono con:
"UN ATTIMO!! CHE SARANNO MAI DUE
MINUTI!!"

A loro auguro di passare le domeniche
pomeriggio vicino ai binari del freccia rossa.
Ovvio, mentre il treno sta passando... così
capiranno che "DUE MINUTI", in certi casi,
sono FONDAMENTALI per la sopravvivenza
UMANA. 
Troppo cattiva? 

Sempre vostra, e
sempre nel magico mondo dei punti vendita ...

S.

lunedì 6 aprile 2015

Beppe il calzolaio




Quello che segue è un mio vecchio post del 2008.
Lo ripubblico oggi, dopo tanti anni perché purtroppo un mese fa Beppe ci ha lasciato in un brutto incidente.
Era una persona buona e buffa. 
la sua bottega era un punto di riferimento a Ponte a Greve e lui una persona di cuore. 
Ripubblico questo vecchio post per fargli un ultimo saluto e per far conoscere anche a voi il buon Beppe, il calzolaio di Ponte a Greve...
il nostro calzolaio speciale...




27-settembre -2008

Beppe il calzolaio...


Ci sono posti che si sono fermati a cento anni fà. 
La "Bottega" del mio calzolaio Beppe fa parte di questi ameni posti..
Ieri sera ho appreso con gioia che stavo camminado sui chiodi perchè i tacchi dei miei stivali erano definitivamente passati a miglior vita quindi la mia missione di stamani era portare "GLI STIVALI A RIFARE I TACCHI..."
 
Ogni volta che vado da "Beppe il calzolaio", l'uomo che da anni si prende cura delle mie scarpe non so mai cosa mi potrà capitare.

Ha un vantaggio , costa poco e mi sistema le scarpe in tempo record e mi fa morire dal ridere , ma , c'è un ma.
Devi essere molto paziente con lui. 
Questo è quanto  mi è accaduto stamani..
Sono entata in bottega stringendo la busta con i miei stivali preferiti di camoscio marroni e l'ho chiamato perchè non lo vedevo, era infatti nel retrobottega che cercava forsennatamente un paio di scarpe di una cliente , cliente che in preda al panico aspettava che lui ritrovasse le sue ballerine in mezzo ad un mucchio considerevole di scarpe.

Dopo un a'ttesa interminabile si è potuto dedicare a me: 
una me che con voce supplichevole bisbigliava :
" Ce la fai a farmi i tacchi a questi stivali?
Però mi servirebbero subito 
perchè me li voglio mettere stasera!"  
( E sopratutto mai 
avrei avuto il coraggio di lasciargli in custodia 
un paio di scarpe, 
non ho più avuto questo coraggio da quando , 
nel lontano 1995 mi 
perse un paio di stivali che adoravo...) .
Accetta di farmi subito gli stivali e io , buona buona mi metto ad aspettare.
Durante l'attesa entra una signora che pretende lui le riconsegni un paio di scarpe che sta aspettando da ormai dieci giorni ( e io mi son chiesta con che coraggio gliele ha lasciate tutto quel tempo...già mezzora è pericolossimo!:-D) 
Lui si vede quindi costretto ad  abbandonare i miei stivali su una mensola e si dedica alla ricerca delle della signora.
Il panico si stava impossesando di me e quindi gli dico :
" Senti Beppe, arrivo al bar qui davanti  a predermi un caffè , torno da un quarto d'ora!", lui ( come al solito) mi fa :
" Portami un caffè  anche a me!"   
e io mi dirigo al barrino ,prendo il mio caffè, mi faccio fare il suo e mi fumo una sigaretta e mi avvio verso le mie scarpe...
Rientro a bottega e lo vedo intento rifare le suole ad un paio di sabot beige...
gli porgo il caffè e chiedo notizie dei miei stivali... 
"Già, fa lui, ecco cosa stavo facendo prima! "  
( è un filino disorganizzato, ma mi fa schiantare dal ridere ogni volta!) 
e ricomincia a fare i tacchi ai miei stivali.
In due minuti finisce, me li porge ma vedo che ad uno dei due manca un laccio... 
" Mannaggia" fa lui," Mi deve essere caduto!"  
e volge lo sguardo verso il basso per vedere se vede il laccio fuggiasco" , 
in preda ad un raptus mi chino a terra anch'io e inizio a spostare cinture, scarpe , brandelli di pelle , cacciaviti e alla fine il laccio mancante riappare e una sensazione di pace mi invade... 
( è andata, anche questa volta è andata , nessun danno e scarpe sistemate!!!)
Chiedo quanto spendo e lui mi fa " Dammi due ero và.." .( e trovatemelo un altro che vi fa i tacchi ,e bene a 2 euro!!!!)
Recupero i miei stivali completi di laccio e mi avvio verso la coop...

Non so perchè continuo ad andare da lui, 
orse per il senso del pericolo che ogni volta mi da quella bottega 
o forse perchè è l'unico calzolaio a Firenze che mi ripare le scarpe con due euro, o forse per le scene esilaranti che mi capitano ogni volta , per dire , la volta precedente gli dissi che andavo a far benzina e tornavo dopo dieci minuti.. 
e lui subito:  
" fammi un favore, prendimi una stagnina di miscela per l'ape!!" 
ragazzi se ci penso rido ancora!!!
Quindi io resto fedele a Beppe che in questi anni frenetici e pieni zeppi di machine e computer mi fa fare un tuffo nel passato, 
ogni volta mi tornare indietro a 50 anni fa, 
quando c'era si meno tecnologia ma tanta, tanta più umanità...

Ciao Beppe...
fai buon viaggio!
S. 
una cliente che hai fatto tanto, tanto ridere...

mercoledì 1 aprile 2015

Dediche

Io: "Ciao Sono Silvia da Firenze 
e vorrei dedicare "Runaway" di Bon Jovi a Ivan..."
Operatore di Radio XXX: "Bene Silvia , mi dici la dedica per Ivan?"
Io: "Ti amo alla follia anche se tu non lo sai !"


Ecco, questo è ciò che accadeva prima dell'avvento di Shazam.
Ti incollavi al telefono e chiamavi chiamavi fino a che il dito non ti si paralizzava e, 
quando riuscivi a prendere la linea potevi dedicare all'uomo dei tuoi sogni la tua canzone per radio.

Se invece volevi OSARE  potevi tentare di contattare " Videomusic" e dedicare ...
udite udite.. non una canzone , ma ADDIRITTURA un video al tuo sogno proibito!!!


Ovviamente l'oggetto dei tuoi sogni non avrebbe sicuramente ascoltato la radio in quel momento e la tua dedica si sarebbe persa tra le altre mille dediche. 

Ma son cose alle quali non pensavamo mai, 
difficilmente buon senso e adolescenza vanno di pari passo ...

Prendere la linea a MTV era un impresa titanica .
Io e la mia amica Valeria ci siamo riuscite solo una volta e cosa abbiamo fatto?
Abbiamo dedicato una canzone dei Bon Jovi a John Bon Jovi stesso.
Vi ricordate no che l'amavamo alla follia? 
Ecco.. noi ci sentimmo pure di dedicargli una canzone. Una sua canzone.
Noi tentavamo sempre di superare i limiti della normale stupidità umana.
Non paghe di questa nostra follia ci cullammo pure nell'illusione che lui avesse visto o sentito la nostra dedica.
( diciamo che questa cosa della dedica via tv al personaggio famoso pò essere simile ai tweet al divo che fanno adesso le ragazzine.. )

Provo una tenerezza struggente per "quello che eravamo...."

Cari miei...
La vita era difficile quando avevo 14 anni io! 
Mica come adesso che con i social o con Shazam "tac" , 
senti una canzone che ti piace , 
la fai riconoscere al  "Signore della musica che tutto riconosce " e poi in un attimo la pubblichi sulla sua bacheca con tanto di dedica smile e cuoricini.
Mica come me che mi son consumata l'indice a forza di comporre il numero di telefono di Video Music!!

Eran tempi difficili ragazze mie.

Che se vedevi uno che ti piaceva in discoteca di cui sapevi solo il nome  per sapere dove viveva e cosa era solito fare non è che lo potevi "googlare" o "cercare su FB!"... è no!
Dovevi riuscire a conoscere il suo cognome , cercarlo sull'elenco telefonico e poi chiamare tutti e 350 i "Rossi" che trovavi nell'elenco telefonico di Firenze fino a che non beccavi il numero giusto!
CREDETE SIA FINITA? 
E' NO...
 
Fatto questo dovevi risalire al suo indirizzo e finalmente potevi provare...
" ad incontrarlo per caso" nella sua zona.
Tutto questo processo poteva essere leggermente facilitato se avevate un amico in comune che magari ti dava la dritta giusta ,ad esempio " Gioca a calcio nel Firenze Ovest" , a quel punto era semplice , attraversavi tutta la città con il tuo "Motorino", un Si nel mio caso , raggiungevi i campi di calcio e speravi di incontrarlo. 

Poi mi chiedono perchè non studiavo in prima liceo...
E dove lo trovavo il tempo? 
Con tutto il lavoro che mi creavano i primi "ragazzi" il tempo per studiare ovviamente non c'era!
 
 Era faticosissimo ragazze mie. 

Anche perchè se magari avevi conosciuto uno in discoteca la domenica pomeriggio e...
FORTUNA DISUMANA eravate riusciti a scambiarvi il numero di telefono ( quello di casa ovviamente che i cellulari ancora non esistevano)  vi si parava davanti una drammatica situazione.
Ossia.
Lui ha il mio numero di telefono ma....
QUANDO MI CHIAMERA'? 

"Silvia non si va a prendere un gelato , esci? "
"No, potrebbe telefonarmi "Tizio " ,
aspetto davanti al telefono (pregando rivolta verso la mecca...) "
"Ma dai! Vi siete conosciuti ieri, figuarti se chiama oggi! "
Allora magari ti facevi coraggio e uscivi...
Ovviamente lui chiamava nei sette minuti in cui tu eri fuori. 

A pensarci adesso mi viene  da sorridere...
Sorrido pensando a come era tutto più semplice anche se a scriverlo sembra tutto più complicato. 


A come si parlava guardandoci negli occhi ai giardini ,
ai baci che duravano ore ,
agli smartphone che non esistevano. 
Al "mi piaci" che dicevi con coraggio a qualcuno 
e non "cliccando" un bottone con scritto " Like" .
Alle cene in cui tutti si guardavano in faccia 
e se eri in imbarazzo non potevi metterti a "spippolare il telefono" 
ma dovevi vincere la timidezza e trovare qualcosa da dire...
Alle foto che scattavi con la macchinetta automatica ,
di 36 ne venivano bene 5 e no, 
non le potevi ritoccare ,
le attaccavi in camera così com'erano...
fuori fuoco , 
decentrate ma vere!
Alla mamma che ti faceva uscire 
e tu promettevi di tornare alle 20:00 , 
ma lei non ti poteva chiamare al cellulare 100 volte per sapere dov'eri. 
Alle code davanti ai telefoni pubblici con il gettone in mano.
Alla parola che non conoscevi a dovevi cercare sul vocabolario 
o alle strade che cercavi su "tutto città" 
e se ti perdevi, 
dovevi chiedere infomazioni 
e non litigare con la voce falsa del navigatore...
 
Perchè scrivo queste cose?
Perchè anche io ho bisogno di RICORDARE  com'erano certe cose prima . 
Ho bisogno di ricordare com'era semplice vivere 
prima che la tecnologia ci semplicasse la vita...


Sempre vostra, 
con un tasso di malinconia mai provato prima...

S.




Note a margine: 
Non prendete questo post come il delirio di una donna della pietra che vorrebbe ancora i telefoni a gettoni  , non è questo il senso del post... 
Sapete tutti che sono "schiava della tecnologia, dell'Iphone" e di tutto quello che ci ha semplificato la vita, ma spesso sento una nostalgia MOLTO FORTE per quello che ero prima che tutto questo progresso arrivasse...


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